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Tra i molti reperti archeologici del dilettante Calderone troviamo anche quelli in ossidiana, ma questi vengono segnalati soltanto sotto la necropoli sicana della Grotta di Fra Diego di Racalmuto, mentre non ve ne sarebbero a Garamoli.
Si tratterebbe poi di ossidiana proveniente da Pantelleria, dunque via mare. Le nostre zone di Gargilata, forse corruzione del toponimo idrisiano di Gardutah, appaiono quelle di più antica preistoria. Erano piuttosto lontane dal mare. Come poterono fornirsi di ossidiana? Quale tipo di commercio praticavamo? Certamente si trattava di baratto e non penso che disponessero di prodotti della terra commerciabili, dovendosi ancora escludere una agricoltura men che rudimentale. Scambi animali e caseari dunque? Molto probabile.
Ma certo quei rudimentali traffici dovevano intrecciarsi via terra, lungo viottoli se non proprio trazzere. Gargilata, villaggio operoso sin da sei-sette mila anni fa avrebbe dunque commerciato con popolazioni affini stanziati a Licata o a Portoempedocle, e dall'altra parte con gli insediamenti fluviali di Sant'Angelo Muxaro, e ciò lungo percorsi di relativamente comoda transitabilità, foriera della successiva rete viaria greco-romana. Certo ipotesi, ma ci paiono più che attendibili.
Calogero Taverna
Ossidiana
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Ossidiana
Obsidienne de Lipari.JPG
Lipari - affioramento di ossidiana. È ben osservabile la struttura vetrosa di tipo fluidale.
Categoria Roccia magmatica
Sottocategoria Roccia magmatica effusiva
Composizione chimica silicatica
Minerali principali plagioclasio, anfiboli, pirosseni
Minerali accessori olivina
Struttura amorfo
Tessitura amorfo
L'Ossidiana è un vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapidissimo raffreddamento della lava, sempre ricca di ioni silicato (dal 40% a oltre il 65%), i quali non riescono a raggiungere la formazione ordinata di un reticolo cristallino, ma assumono una disposizione caotica (struttura amorfa) come in un liquido superviscoso. L'ossidiana è un vetro naturale, del tutto simile a quello di produzione umana. Molto ricercata nell'antichità per la fabbricazione di strumenti taglienti (prevalentemente coltelli) è stata una delle merci che ha animato il commercio del Mediterraneo e sostenuto la vita economica dei luoghi di estrazione, come la Sardegna, Lipari o Pantelleria, nel periodo preistorico[1]. Oggi viene ancora lavorata in piccoli oggetti decorativi, monili, lame per bisturi.
Indice
1 Storia
2 Varietà
3 Origine e giacitura
4 Località di ritrovamento
4.1 L'ossidiana in Italia
4.1.1 Il monte Arci
4.1.2 Pantelleria e Palmarola
5 Utilizzi
6 Il taglio
7 Note
8 Bibliografia
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Storia
Plinio la chiamò lapis obsianus o obsidianus in onore di un certo Obsius o Obsidius, che citò la pietra per primo in alcune zone dell'Etiopia. Alcuni ritrovamenti fanno ipotizzare la conoscenza della pietra in epoca antica: la civiltà nuragica la utilizzò prevalentemente per costruire lance e frecce ed utensili di vario tipo, gli antichi Egizi usavano l'ossidiana per fabbricare scarabei e sigilli mentre in America centrale veniva utilizzata dalle civiltà precolombiane.[2]
Varietà
Ossidiana nera: è la più comune con i bordi traslucidi;[2]
Ossidiana Arcobaleno
Ossidiana fiocco di neve: molto rara con inclusioni biancastre con i bordi traslucidi;[2]
Ossidiana dorata: con inclusioni giallastre;[2]
Ossidiana bruna o rossa: con chiazze rossastre su sfondo nero e venature chiare traslucide;[2]
Ossidiana verde: tipica di Pantelleria, si presenta nera a luce riflessa e verde scuro a luce trasmessa;
Perlite: di colore grigio perla a fessurazione concentrica;[2]
Pechstein o Pietra di pece: di colore bruno-giallastra, di aspetto piceo;[2]
Marekanite: di colore grigio fumo, proveniente dal Monte Marekan in Siberia;[2]
Tokayer-Luchsaphir: originaria dell'Ungheria il cui nome, in tedesco, significa blu zaffiro.[2]
Origine e giacitura
L'ossidiana è un vetro vulcanico composto per il 75% da biossido di silicio che si forma per il rapido raffreddamento di rocce effusive di tipo acido. Il litotipo si trova associato a colate con chimismo da riolitico a basaltico.[2]
Località di ritrovamento
Europa: Ungheria;[2] Islanda;
Italia: Pantelleria, Lipari (Sicilia); isola di Palmarola (Latina); Monte Arci (Sardegna);[2]
Egeo: Isola di Melos, Isola di Giali
America: Stati Uniti, Messico, Perù, Brasile[2]
Asia: Turchia, Giava (Indonesia), Giappone;[2]
Africa: Etiopia, Gibuti.
Ossidiana
ObsidianOregon.jpg
Classificazione Strunz
Formula chimica silicati
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallino amorfo
Sistema cristallino amorfo
Classe di simmetria
Parametri di cella
Gruppo puntuale
Gruppo spaziale
Proprietà fisiche
Densità 2-3 g/cm³
Durezza (Mohs) 5-6
Sfaldatura assente
Frattura concoide
Colore da grigio scuro
Lucentezza vitrea
Opacità da trasparente ad opaca
Striscio bianco-giallastro
Diffusione relativamente comune
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale
L'ossidiana in Italia
I principali centri di estrazione dell'ossidiana in Italia sono: Lipari (Sicilia), Pantelleria e il Massiccio del Monte Arci (Sardegna).
Il monte Arci
Questo rilievo collinare situato in provincia di Oristano rappresenta, grazie al giacimento situato in località Conc' 'e Cannas, il più grande di tutto il Mar Mediterraneo, di cui si servivano le genti prenuragiche e nuragiche a partire dal 5000 a.C.[3]. L'ossidiana si presenta di colore nero a luce riflessa e di colore variabile (nero, grigio, marrone bianco) a luce trasmessa, a causa di inclusioni al suo interno. L'ossidiana del Monte Arci, nera traslucida, è di tipo riolitico; si raccoglie prevalentemente in grossi ciottoli (arnioni), sia in "giacimenti" a cielo aperto che nei greti dei torrenti.
Fra i giacimenti in filone, il più importante di tutti è sicuramente quello di Roia Cannas presso il territorio di Masullas (OR), mentre altri piccoli filoni sono presenti a Cuccuru Porcufurau presso il territorio comunale di Marrubiu e anche a Sennixeddu in territorio di Pau, lungo il sentiero di Scaba Crobina, dove Alfonso La Marmora notò la presenza di Ossidiana in giacitura primaria.
Ogni giacimento è caratterizzato da un tipo di ossidiana differente: "SA" quella del versante meridionale del Monte Arci (Conca Cannas), "SB" quella del versante occidentale, nell'area di S. Maria Zuarbara (in italiano Zuràdili) - Marrubiu ed "SC" quella del settore orientale (Perdas Urias).
Pantelleria e Palmarola
L'ossidiana di Pantelleria, unica del Mediterraneo ad avere colore verde a luce trasmessa, si trova lungo la falesia sud-occidentale dell'isola. Da non dimenticare l'isola di Palmarola (Isole Ponziane), molto frequentata nel Neolitico e nell'Eneolitico da tribù dedite al commercio di questa materia prima, che introducevano nel continente. Sono stati ritrovati resti di ceramica e alcuni oggetti di ossidiana lavorati di età eneolitica.
Utilizzi
Attualmente l'ossidiana viene utilizzata per fabbricare la lana di roccia; una sorta di vetro in fibre sottilissime ottenuto fondendo l'ossidiana a 1300 °C, e poi per creare collane molto preziose.[2]
In passato gli Aztechi (come ogni civiltà che ne disponeva localmente) usavano l'ossidiana per ottenere le punte delle frecce, coltelli e rasoi.
Punta di ossidiana
La tecnica per realizzare oggetti appuntiti dai ciottoli di ossidiana è detta scheggiatura e consiste nell'asportazione di schegge tramite la percussione. Appassionati riscopritori della tecnica producono oggi esemplari destinati al mercato turistico.
Ancora oggi vengono prodotte lame per bisturi in ossidiana, che alcuni chirurghi preferiscono rispetto all'acciaio per il taglio più netto e l'assenza di particolato metallico, possibile causa di allergia.
Il taglio
Le ossidiane si possono tagliare a cabochon o a sfera per le collane preziose.[2]
Note
^ Fabrizio Nicoletti, Il commercio preistorico dell'ossidiana nel Mediterraneo ed il ruolo di Lipari e Pantelleria nel più antico sistema di scambio
^ a b c d e f g h i j k l m n o p Autori Vari, Scheda Ossidiana in Il magico mondo di Minerali & gemme, De Agostini (1993-1996), Novara
^ Esplora, su masullascomunitaospitale.it. URL consultato il 15 dicembre 2017.
Bibliografia
Fabrizio Nicoletti, Il commercio preistorico dell'ossidiana e il ruolo di Lipari e Pantelleria nel più antico sistema di scambio, Palermo 1997, suacademia.edu.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Museo dell'Ossidiana, a Pau (OR), su museossidiana.it.
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