lunedì 30 aprile 2018

Era una fontana così.
L'han demolita, buggerandosi di un referendum popolare che voleva restasse;


forse domani sarà un cimiteriale posto così. Certo occorrono mi dicono oltre duecentosessantamila euro e non ci sono. Avremo una piazzetta senza nulla, vulnerata, recintata, col filo spinata. A ricordare forse le trincee del '15-'18.

In cotesta futuribile cimiteriale piazzola nessuno andrà a sedersi, d'inverno perché a tramontana ed algida ed umida. Ne so qualcosa bazzicandola da oltre 80 anni. Che possono saperne quegli architetti dell'estranea ed inimica Grotte?D'estate per gli eccessivi calori pomeridiani.

E Racalmuto invecchia per non temere i rigori opposti delle contrapposte stagioni.

Inoltre le donne non passeranno più da quella un tempo pudica piazzetta. Troppi torbidi occhi di satiri senili come noi vecchi racalmutesi sappiamo e potremmo anche narrare ad onta di Colpi di Spillo.

Calogero Taverna
Eugenio Napoleone Messana nel suo denso trattato sull'Ottocento Racalmutese, a pag. 192 narra: "I rapporti fra il sindaco Pietro Martorana (credo che volesse dire Matrona) ed il clero racalmutese non dovevano essere buoni, tanto è vero che nel 1835, finito il triennio, venne eletto sindaco don Gaetano Grillo Alessi i cappellani della Matrice non erano stati pagati da tempo. Il sac. Calogero Cavallaro sporse ricorso all'Intendente di Agrigento".

Aggiunge nella pagina successiva: "Il decurionato ai tempi del sindaco Grillo Alessi , cioè dal 1835 al 1838, era composto di sedici unità scelte per censo o per titoli di cultura, laurea o professione civile, sacerdoti. Pertanto i decurioni racalmutesi erano:
Gaetano Grillo Alessi, Gaetano Gambuto, Giuseppe Tulumello, Baldassare Curto, Giuseppe Farrauto, Antonio Grillo Borghese, Luigi Tulumello, Gaetano Alfano, Casimiro Baeri, Pasquale Amanthia, Giuseppe Cacciatore, Ignazio Agrò, Giovanni Nalbone, Giuseppe Elia Picone, Calogero Scimè Agrò, Francesco lo Giudice,"

Da nostre ricerche risulta che il sindaco ottocentesco Grillo era lo zio paterno di don Illuminato Grillo. che quindi apparteneva al ceppo dei Grillo-Alessi. Il nobile del gruppo dei decurioni di quegli anni 'Trenta era solo - mi pare di poter dire - Antonio Grillo Borghese.








Eugenio Napoleone Messana nel suo denso trattato sull'Ottocento Racalmutese, a pag. 192 narra: "I rapporti fra il sindaco Pietro Martorana (credo che volesse dire Matrona) ed il clero racalmutese non dovevano essere buoni, tanto è vero che nel 1835, finito il triennio, venne eletto sindaco don Gaetano Grillo Alessi i cappellani della Matrice non erano stati pagati da tempo. Il sac. Calogero Cavallaro sporse ricorso all'Intendente di Agrigento".

Aggiunge nella pagina successiva: "Il decurionato ai tempi del sindaco Grillo Alessi , cioè dal 1835 al 1838, era composto di sedici unità scelte per censo o per titoli di cultura, laurea o professione civile, sacerdoti. Pertanto i decurioni racalmutesi erano:
Gaetano Grillo Alessi, Gaetano Gambuto, Giuseppe Tulumello, Baldassare Curto, Giuseppe Farrauto, Antonio Grillo Borghese, Luigi Tulumello, Gaetano Alfano, Casimiro Baeri, Pasquale Amanthia, Giuseppe Cacciatore, Ignazio Agrò, Giovanni Nalbone, Giuseppe Elia Picone, Calogero Scimè Agrò, Francesco lo Giudice,"

Da nostre ricerche risulta che il sindaco ottocentesco Grillo era lo zio paterno di don Illuminato Grillo. che quindi apparteneva al ceppo dei Grillo-Alessi. Il nobile del gruppo dei decurioni di quegli anni 'Trenta era solo - mi pare di poter dire - Antonio Grillo Borghese.








Eugenio Napoleone Messana nel suo denso trattato sull'Ottocento Racalmutese, a pag. 192 narra: "I rapporti fra il sindaco Pietro Martorana (credo che volesse dire Matrona) ed il clero racalmutese non dovevano essere buoni, tanto è vero che nel 1835, finito il triennio, venne eletto sindaco don Gaetano Grillo Alessi i cappellani della Matrice non erano stati pagati da tempo. Il sac. Calogero Cavallaro sporse ricorso all'Intendente di Agrigento".

Aggiunge nella pagina successiva: "Il decurionato ai tempi del sindaco Grillo Alessi , cioè dal 1835 al 1838, era composto di sedici unità scelte per censo o per titoli di cultura, laurea o professione civile, sacerdoti. Pertanto i decurioni racalmutesi erano:
Gaetano Grillo Alessi, Gaetano Gambuto, Giuseppe Tulumello, Baldassare Curto, Giuseppe Farrauto, Antonio Grillo Borghese, Luigi Tulumello, Gaetano Alfano, Casimiro Baeri, Pasquale Amanthia, Giuseppe Cacciatore, Ignazio Agrò, Giovanni Nalbone, Giuseppe Elia Picone, Calogero Scimè Agrò, Francesco lo Giudice,"

Da nostre ricerche risulta che il sindaco ottocentesco Grillo era lo zio paterno di don Illuminato Grillo. che quindi apparteneva al ceppo dei Grillo-Alessi. Il nobile del gruppo dei decurioni di quegli anni 'Trenta era solo - mi pare di poter dire - Antonio Grillo Borghese.








sabato 28 aprile 2018

Bankitalia, avviata un’indagine sulla nuova ondata di rettifiche

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (Ansa)
Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (Ansa)
Dopo la Bce, anche Banca d’Italia interviene sulle banche italiane per capire l’impatto sui bilanci e sui coefficienti patrimoniali dell’introduzione del nuovo principio contabile Ifrs9. A quanto risulta al Sole 24Ore, con un documento inviato venerdì scorso alle banche italiane, Via Nazionale ha avviato una sua indagine specifica con cui chiede agli istituti di scattare di fatto due fotografie: la prima, relativa ai conti di fine 2017, dovrà fornire una spaccatura dettagliata dei prestiti, delle garanzie e delle relative garanzie (residenziali e non) secondo i principi contabili Ias39. La seconda istantanea si focalizza invece i conti di inizio 2018, momento in cui, complice l’entrata in vigore dell’Ifrs9, le banche hanno varato una massiccia dose di extra-accantonamenti sui crediti: in questo caso, Via Nazionale chiede agli istituti di specificare il dettaglio delle extra-coperture su tutte le esposizioni, differenziandole per diverse tipologie di stato di salute dei crediti (stage 1, 2 e 3), e chiarendo il valore delle garanzie.
Il confronto tra le due istantanee permette di evidenziare se e quanto le banche hanno modificato le loro politiche di bilancio a fronte del nuovo quadro contabile. Come noto, nell’ambito della prima applicazione del nuovo principio contabile Ifrs9  (first time adoption), le banche hanno la possibilità di far passare a patrimonio le extra-svalutazioni, senza passare a conto economico, e di “spalmare” gradualmente l’impatto nell’arco di cinque anni, beneficiando del cosiddetto phase-in.
Il dubbio della Bce, che ha inviato su questo tema una lettera di richiamo alle banche e ai revisori (come anticipato dal Sole 24Ore sabato scorso), è che gli istituti abbiano sfruttato in “eccesso” la facoltà concessa dalla normativa europea Crr. E cioè che non abbiano contabilizzato come dovuto le perdite su crediti avvenute in passato, e che quindi sarebbero dovute risultare sui bilanci 2017, secondo la Bce. E che invece abbiano preferito registrare le minusvalenze su crediti solo a inizio anno, nella prima trimestrale, così da diluire l’extra svalutazione nei cinque anni, andando a erodere il capitale senza impattare il conto economico. In questo quadro, Francoforte avverte che sta esaminando i conti degli istituti significativi per capire se ci siano stati effetti «indesiderati» sul calcolo del Cet1 ratio causati da un «incorretto utilizzo dei fattori» utilizzati per il calcolo delle rettifiche. Richiami che però avrebbero trovato le banche italiane sostanzialmente tranquille, almeno a quanto trapela, sulla bontà dei conti 2017 e sulle trimestrali, conti che peraltro sono già chiusi.
I dati richiesti da via Nazionale, come si legge nella lettera che Il Sole ha potuto visionare, dovranno essere comunicati a Palazzo Koch entro il 15 maggio. Possibile checon questa indagine ad hoc, che arriva a stretto giro rispetto alla lettera Bce, la Vigilanza italiana voglia non solo avere il quadro completo dell’impatto e delle maggiori rettifiche che passeranno a patrimonio, con un livello approfondito di dettaglio, ma anche una visione dettagliata delle cessioni di crediti deteriorati previste dagli istituti negli scenari probabilistici che l’Ifrs9 introduce. Nella cornice della First time adoption, gli istituti devono infatti indicare i portafogli di crediti deteriorati che le banche intendono cedere, la loro coperture e le probabilità di farlo. Una novità, questa, che, come sostengono banche e revisori, ha generato proprio il boom di svalutazioni che prima, con gli Ias39, non erano ancora emerse.
Non solo: l’analisi dell’impatto sui ratio patrimoniali potrebbe servire a Banca d’Italia per mettere a fuoco con precisione analitica quali banche, grazie all’utilizzo del phase in, siano in grado di rispettare i minimi regolamentari, e chi invece, al netto dell’impatto graduale concesso dalla normativa, si troverebbe in difficoltà. D’altra parte, va detto che il tema delle cessioni previste potrebbe rappresentare un’incognita di rilievo per gli istituti italiani in vista degli stress test, in particolare di quelli che usano i modelli interni, visto che le maxi-vendite - se ritenute ripetibili - hanno la conseguenza di rendere ingiustificatamente più rischioso l'intero portafoglio dei crediti.
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Neppure io sono del PD; fui del LeU; volevo D'Alema e mi ritrovo con Grasso. Come base la mia non so più quale sia, dopo l'unico paradigma della classe operaia e contadina che era il PCI. M5S non è un partito ma un Movimento. E quella base conta meno del due di coppe quando la briscola è a spade. Sono condannato all'ottimismo, quindi reputo che soltanto un 'contratto sociale' alla Rousseau tra PD+LeU/M5S può e deve fronteggiare l'attuale tsunami finanziario-bancario italiano. Ho pubblicato un articolo di Sole 24 ore sulle recenti imposizioni di Gradi a Visco. Povero Visco, voi giudici lo condannerete peggio di Fazio per tutta una serie di omessi rapporti (dico rapporto e non segnalazione) 'senza indugio'. Il teatrino della politica che per il momento si recita in fondo mi diverte. Calogero Taverna
Cimeli fotografici religiosamente custoditi in terre lontane, in continenti lontani, da nostri emigranti. Torneranno a Racalmuto e nulla più troveranno. Forse loculi in memoria (falsa) di presunti 'ciddrara', di pali della impiccagione. Finalmente qualcuno ha icasticamente fatta ritornare Racalmuto, quel folle congetturato Paese dei Morti. L'autore di tale dissacrazione? Penso a novelle infiltrazioni mafiose. Qualcuno dovrà indagare.
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Cimeli fotografici religiosamente custoditi in terre lontane, in continenti lontani, da nostri emigranti. Torneranno a Racalmuto e nulla più troveranno. Forse loculi in memoria (falsa) di presunti 'ciddrara', di pali della impiccagione. Finalmente qualcuno ha icasticamente fatta ritornare Racalmuto, quel folle congetturato Paese dei Morti. L'autore di tale dissacrazione? Penso a novelle infiltrazioni mafiose. Qualcuno dovrà indagare.
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sabato 14 dicembre 2013

Nun c'è scuru e nun c'è fuddra unni nun c'è patri Cipuddra, una tantum VOX POPULI VOX DEI

Nun c'è scuru e nun c'è fuddra unni nun c'è patri Cipuddra, una tantum VOX POPULI VOX DEI

sabato 14 dicembre 2013

Nun c'è scuru e nun c'è fuddra unni nun c'è patri Cipuddra, una tantum VOX POPULI VOX DEI

Nun c'è scuru e nun c'è fuddra unni nun c'è patri Cipuddra, una tantum VOX POPULI VOX DEI

venerdì 27 aprile 2018

Scrive Eugenio Napoleone Messana, in un suo grosso testo su Racalmuto, a pag. 175: I Grillo risultano di tre gruppi:Grillo Borghese, Grillo Zigoli, civili anche nel passato, ed i Grillo Conciatori. Ma se passiamo all'elenco dei sindaci e podestà del paese, ecco lo stesso autore annoverare i Grillo Alessi.
Mi coglie di sorpresa, mentre me ne sto in aeroporto, il mio caro e solerte amico Totò Picone chiedendomi notizie su don Illuminato Grillo, forse quello dell'arco di Don Illuminato.
Un tempo mi aveva chiesto analoghi riferimenti l'altro mio grandissimo amico il compianto prof. Giuggiu Di Falco. Anche allora finii a mal partito. Impreparato, ma proprio impreparato.
Una occasione quindi per riparare alle mie lacune. Mi viene in soccorso l'intero archivio parrocchiale microfilmato. Lì vi trovo questo atto di morte per tanti versi illuminante su questo non ignoto galantuomo ottocentesco della rombante Racalmuto solfatara.
Nessun dubbio, don Illuminato Grillo apparteneva al ceppo Grillo-Alessi. Tutto ciò se le mie ricerche portano a talune conclusioni. Ma debbo ammettere che il groviglio di dati parrocchiali è alquanto nebuloso e può indurre in errore. Mi rimetto quindi alla saggezza e perspicacia dell'acuto giornalista Salvatore Picone per l'esatta genealogia di questo personaggio talora chiacchierato che corrisponde al galantuomo don Illuminato Grillo, sposato con una Bordonanro che mi si dice in Matrice essere di Siculiana e non di Canicattì- . Calogero Taverna