giovedì 19 aprile 2018


Unicredit e quell'amore viscerale per Banca d'Italia

di WALTER GALBIATI
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Il 12 aprile è stato il grande giorno, quello dell'elezione con percentuali bulgare del nuovo consiglio di amministrazione di Unicredit, la seconda banca del Paese dietro a Banca Intesa. Ed è stato anche il giorno dell'ingresso in cda di due ex figure di spicco della Banca d'Italia, il controllore di tutte le banche italiane. Un terzo, Cesare Bisoni, vi era già ed è stato confermato e promosso oggi, perché diventa vicepresidente della banca: anche lui in curriculum ha un passato in Via Nazionale, dove per dieci anni ha ricoperto il ruolo di sindaco supplente.

Il nome, però, più importante è quello di Fabrizio Saccomanni che, dopo aver rinunciato alla poltrona di direttore generale di Banca d'Italia, sulla quale era rimasto seduto dal 2006 al 2013, aveva accettato di diventare ministro del Tesoro del governo Letta. La carica era durata solo 10 mesi. Ora, a quasi 76 anni suonati, torna come presidente di Unicredit. Al suo fianco, oltre al vicepresidente, vi è, come consigliere, un altro ex economista e dirigente di Banca d'Italia, Stefano Micossi. Non che Unicredit sia la Popolare di Vicenza. Ma Gianni Zonin è stato accusato di collusione con gli organi di vigilanza per aver assunto non direttori generali, ma ex funzionari della vigilanza o segretari di Via Nazionale. Forse Unicredit avrebbe dovuto cercare altri profili..

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