domenica 8 aprile 2018


giovedì 7 luglio 2016

Te
Quel che rinvenne mio fratello l'ing. Angelo Taverna è questo libricino che porta il n. 31 come foglio finale.

E' un esemplare unico di stretta proprietà di mia cognata che non desidera farne diffusione alcuna- Il solito attuale assessore alla cultura tal Salvatore Picone ebbe tra le mani le fotocopie che avevo date a padre Mattina Giammeria. Si tratta delle Coroncine in numero di 23, da pag. 25 a pag. 31. Il Picone (d'accordo con padre Mattina?) qualche anno fa imbastisce una sorta di seguito del volumetto edito da Malgrado Tutto d
nel 2003 e vi infila le mie vecchie fotocopie, quelle date al Rettore delMonte. Scorrettezza su scorretteza afferma che si tratta di foto tratte da un volumetto del 1764 di proprietà del suo referente, l'ing. Angelo Cutaia. Abbiamo cercato di ottenerne le debite rettifiche. Invano. Intanto credo quel testo venga smerciato senza autorizzazione dell'unica vera proprietaria.   

La foto della copertina che qui pubblichiamo è pressoché illeggibile. Ne facciamo la trascrizione a dimostrazione dell'autenticità della fonte.
*****************
SAGRA
NOVELLA E CORONELLA
DELLE SETTE ALLEGREZZE
IN ONORE
DELLA NOSTRA SIGNORA
M A R I A
V E R G I N E
S O T T O
Il prodigiosissimo titolo del Monte, Avvocata
e Protettrice dell'Alma Fedelissima di
Racalmuto
C O M P O S T E
DAL P. F. EMMANUELLO MARIA
C A T A L A N O T T O
Agostiniano della Congregazione di Sicilia, e
dedicate all'alto incomparabile merito
D E L L A   S I G N O R A
D. RAFFAELLA MARIA
G A E T A N I,  E  B U G L I O
Duchessa Gaetani, e Contessa di Racalmuto ec. ec.

*****
IN PALERMO MDCCLXIV.
Nella Stamperia di Giuseppe Gramignani
---------------------------------------------------------------------------
Con Licenza de' Superiori- 


Il testo del Catalanotto era ben presente al Caruselli che dichiarando spregevoli i versi dell'Agostiniano pensò bene stravolgerne lingua e contenuto. Invero, secondo il padre Morreale,  la romanzata versione della venuta della Madonna a Racalmuto precede  il Caruselli. Già mons. Lo Jacono aveva elaborato ed approvato la "lezione VI dell'ufficio liturgico in onore della Madonna del Monte"- Il Pitrè parla di questa faccenda mariana racalmutese e ci precisa che "nel 1854 un sacerdote di Lucca di Sicilia P. Bonaventura Caruselli  minore osservante , dolente che la sacra azione [quella del Catalanotto, presumiamo] prendesse forma di un baccanale , volle scrivere e pubblicare un dramma da sostituirsi annualmente a quello scomposto spettacolo- 'Sin da tempo immemorabile, egli dice, usavano i suoi abitanti nella festa della Madonna recitare in pubblico alcuni così detti versi, allusivi della venuta miracolosa di Maria del Monte. Or essendo la cerimonia poco imponente, perché per essere la composizione malissimamente costrutta, s'eseguiva da gente volgare. Né potendosi togliere simile costume, ho voluto renderlo più dignitoso con un componimento più regolare' "
Il Pitrè comunque alla fine trancia un giudizio che è una stroncatura. "E' opera pocomeno che mediocre".
Sarà per questo che sotto il regime di Eugenio Napoleone Messana vien fuori una successiva rielaborazione con l'invenzione di personaggi improbabili dai nomi addirittura meneghini.

Il Pitrè incontrò il Caruselli; ci racconta: "ho conosciuto il Caruselli negli ultimi mesi della sua vita, malato di cuore. Egli avrebbe potuto fornirmi notizie dello spettacolo antico di Racalmuto, ma ne disprezzava l'apparato e la poesia e per il suo male parlava a fatica."

Ed ecco la straordinaria importanza del rinvenimento da parte di mio fratello e non certo dell'ing. Cutaia, dell'unica copia di quel dramma sacro. Ne conosciamo l'autore, il padre agostiniano P. F. Emmanuello Maria Catalanotto: i disprezzati versi da parte del francescano Caruselli hanno l'afrore del nostro bel dialetto (a parte certe intelocuzioni non nostrane) e tra il pessimo dramma sacro del Caruselli in estranea lingua toscana preferiamo questo siculo cantalenare del Catalanotto. Questi è bene ammanigliato con i Caetani e Buglio che per un secolo sia pure con l'inganno di una serva (Paola Macaluso) furono i nostri riconosciuti Conti, checché ne scrivono certi pseudo storici delvolumetto edito  di Malgrado Tutto nel 2003-
 Che dire della versione che con tanto dispendio di soldi  a carico di questo dissanguato Comune, in atto in mano a comunisti revisionisti, si recita sul palcoscenico della Piazzetta la seconda domenica di Luglio? Sarebbe meglio tornare alla versione Caruselli che almeno ha qualche effluvio vetusto e ci risparmieremmo versi dissennati in malaccorta lingua, diseducativi per giunta.

Calogero Taverna

Nessun commento:

Posta un commento