domenica 11 febbraio 2018

Famiglia Vassallo

L’agone elettorale agrigentino aveva visto come protagonisti i seguenti deputati:




Elezioni del 16 novembre 1919






:



Partito liberale democratico:



Abisso Angelo (voti di lista 23.516) voti personali 8.825 + 65;


Guarino Giovanni ( " " " " ) " " 14.267 + 62;


Pancamo Antonino ( " " " " ) " " 6.109 + 153.


(Non eletti: Brucculeri Giuseppe, La Lumia Ignazio e Scaduto Francesco)



Partito Popolare Italiano



Fronda Eugenio (voti di lista 12.206) voti personali 5.115 + 72.


(Non eletti: Arone Pietro, Micciché Giovanni, Montalbano Domenico, Messina Giuseppe, Parlapiano Vella Antonino)






Partito Democratico





La Loggia Enrico (voti di lista 19.383) voti personali 5.925 + 0;


Vecchio Verderame Gaetano Arturo.


(Non eletti: Vaccaro Michelangelo, Caramazza Ignazio, Picone Gaspare Ambrogio).






Partito Socialista Ufficiale



Voti 6.813: nessun eletto.


(Non eletti: Arancio Antonino, Cammarata Giuseppe, Friscia Michele, Giuliana Francesco, Sessa Cesare (voti n.° 2.554), Vernocchi Olindo).







elezioni del 25 maggio 1921



Partito Democratico Liberale


Verderame Gaetano arturo (voti 12.402)



Alleanza Democratica Sociale



Pasqualino Vassallo Rosario (voti 112.623)


Colajanni Napoleone


Lo Piano Agostino


Abisso Angelo (voti 95.146)


Camerata Salvatore


Guarino Amella Giovanni (voti 93.247)


Sorge Francesco.


(Non eletti Pancamo Antonino e Adonnino G. Battista).



Partito Democratico Riformista



La Loggia Enrico (voti 31.114)


(Non eletto: Ambrosini Gaspare con voti 22.032)



Partito Comunista Italiano



Voti di lista 8.071. Non eletto Sessa Cesare con voti 4.367.



Partito Popolare Italiano



Vassallo Ernesto (voti 46.922)


Cascino Calogero


Aldisio Salvatore.



Partito Socialista Ufficiale



Costa Mariano


Cigna Salvatore Domenico.


Le elezioni del 6 aprile del 1924 si svolsero - come noto - con un listone nazionale cui andava il premio di maggioranza in base alla legge Acerbo. Per la Sicilia, tale premio si risolse invece in un danno, facendo perdere alla lista nazionale d’ispirazione fascista due deputati. Annota il Renda (): «Il risultato elettorale, nella sua essenza, fu il risultato di un ampio e indiscutibile consenso politico. Il previsto premio di maggioranza si risolse in danno anziché in vantaggio del listone. In base ai voti ottenuti, infatti, i deputati eletti avrebbero dovuto essere 40, cioè due in più dei 2/3 (38) consentiti dalla legge. Non era dunque retorico parlare di trionfo.»




Elezioni del 16 aprile 1924




Venivano eletti nel



Partito della Democrazia Sociale



Colonna di Cesaro’ Giovanni (voti 25.307);


Guarino Amella Giovanni (voti 9.455);


Lo Monte Giovanni (voti 12.537);


Fulci Luigi (voti 7.779);


Restivo Empedocle.


(Non veniva eletto Giulio Bonfiglio: voti 5.715).



Partito dell’Opposizione Democratica



La Loggia Enrico (voti 5.259).



Partito Comunista



Lo Sardo Francesco (voti 5.057).



Partito Socialista Massimalista



Vella Arturo (voti 2.581)





Il listone nazionale ebbe, come si è detto, il pieno: i deputati che in qualche modo avessero attinenza con Agrigento furono:



Lista Nazionale (n.° 21)



Cucco Alfredo (voti 52.973)


Abisso Angelo (voti 32.184)



Pasqualino Vassallo Rosario (voti 22.348)


Vassallo Ernesto (voti 21.017)


Palmisano Paolo (voti 18.408)


Riolo Salvatore (voti 21.017)


Gangitano Luigi (voti 5.718).


In quella tornata elettorale i trombati di lusso della provincia di Agrigento furono: Giulio BONFIGLIO (voti 5.715) della Democrazia Sociale del duca di Cesarò e Cesare Sessa (voti 3.004 del Partito Comunista). Riesce a farsi, invece eleggere, sia pure con pochi voti, il Gangitano, una figura di ex conbattente e quindi di fascista di vecchia data (lo troviamo attivo a Racalmuto nel lontano 1919).


Alterius clusae cum terris scapulis cum vineis, arboribus et alijs exstentis in dicto pheudo Racalmuti et in contrata nominata di Bovo seu Montagna confinantis ex una parte cum vineis et terris ditti de Signorino, cum clusa noatarij Francisci de Puma et cum clusa don Antonini Bartholotta, nec non cuiusdam vineae cum terris scapulis exstentis in dicto pheudo Racalmuti et in contrata nominata della Fontana della Fico confinantis cum vineis quondam Antonini Vassallo, cum vineis Isidori Lauricella Erarij et cum vineis Pauli Bucculeri alias Gialì, indebité possessarum per dictum Sacerdotem don Petrum Casucci.

 


Notai
: Alaimo Michelangelo - Gaglio Ferdinando - Vassallo Giuseppe Antonio.
 

Noi restiamo convinti che quella tremenda missiva sia stata concepita dal gesuita ed il fatto che si sia nascosto dietro le brume della firma ambigua non depone a favore del primo dei due gesuiti di casa Nalbone. Quella lettera ci torna comunque a fagiolo perché ci dà una testimonianza preziosissima sugli sviluppi del circolo unione. Siamo nel 1875; infuria lo scontro tra il clan del giovane barone Luigi Tulumello e quello, saldissimo, dei Matrona. I Matrona sono davvero arroganti, sperperatori del pubblico denaro delle casse comunali per faraoniche opere pubbliche, vessatori e tassaioli, mafiosi e massonicamente corazzati. Si beffano di tutti gli avversari: professori e preti, gesuiti e notabili avversari. Sia chiaro: il Nalbone anche allora era espressione di un casato racalmutese potente. Quello che certi denigratori dell’attuali circolo unione vanno dicendo è falso. Con il sacerdote Benedetto Nalbone (1709-1793) un ramo di quella famiglia risalente agli albori anagrafici della nostra Racalmuto del 1554 aveva fatto un salto sociale cospicuo, inarrestabile. Il prete (figlio di Giuseppe - 1671-1736 - e di Anna Maria Vassallo e nipote di tal Benedetto) aveva raggiunto una cospicua posizione economica, consentendo al fratello Giovanni Vito (1710-1755) di sposare una Baeri,

[Archivio Centrale dello Stato - Roma - Ministero Interno - Pubblica Sicurezza (P.S.) - Busta 80 sf. C 1]



Archivio Centrale dello Stato


- Roma - Ministero Interno - Pubblica Sicurezza (P.S.) 1925 - Busta 80 sf. C 1]


Espresso del 30 luglio 1925.


«il 15 andante circa 120 operai della miniera di zolfo Terrana di racalmuto e Grotte si astennero dal lavoro pretendendo l'aumento del salario in seguito dell'avvenuto aumento del prezzo dello zolfo. Alle ore 9,30 dello stesso giorno operai predetti recaronsi quello scalo ferroviario assistere passaggio On. Farinacci, che fermatosi pochi minuti promise suo intervento favore operai stessi. Però giorno 20 successivo tutti zolfatai bacino minerario Racalmuto e Grotte, segno solidarietà e per analogo scopo si astennero pure lavoro. Di seguito laboriose trattative .... fu raggiunto accordo sulla base ... dell'aumento del 10 % sui salari attuali a decorrere dal 1° Agosto p.v. ..»


Testo accordo:


«L'anno 1925 addì 28 luglio nell'Ufficio di P.S. di racalmuto alle ore 12.


«Sono presenti i sigg: Comm. Angelo Nalbone esercente miniera Cozzotondo, Cav. Rosario Falzone esercente miniera Giona G. e P. Galleria, Mattina Salvatore di Gaetano in rappresentanza degli esercenti della miniera Giona-Salinella N.°3-6; il cav. Baldassare Terrana esercente della miniera Dammuso,

il Cav. Vassallo Ernesto esercente miniera Quattrofinaiti Vassallo, il sig. Ricottone Giuseppe fu Giuseppe in rappresentanza per la sua parte della miniera Gubellina ... e dall'altra parte il sig. Lo Sardo Giuseppe fu Nicolònella qualità di presidente del locale Sindacato Fascista Zolfatai, Piazza Salvatore di Salvatore nella qualità di Vice Presidente, il sig. La Mastra Giuseppe di Nicolò nella qualità di Segretario, i sigg. Guastella Vincenzo fu Antonino, Taibi Salvatore fu Giovanni, Mattina Giuseppe di Nicolò, Bartolotta Michelangelo fu Raffaele, Arturo Gioacchino fu Gioacchino nella qualità di consiglieri di detto Sindacato, i quali per non prolungare uno stato di cose nocivo ai reciproci interessi e anche alla Economia Nazionale sono di pieno accordo addivenenti mercè l'opera del locale funzionario di P.S. con l'ausilio dell'Avv. Burruano Salvatore membro del Direttorio Provinciale fascista alle seguenti convenzioni da avere vigore in tutte le forme di legge a datare dal 1° Agosto 1925.



«Gli esercenti tenuto conto presente l'ultimo listino del Consorzio zolfifero siciliano n. 118 ove è segnato un aumento del prezzo di vendita in ragione di L. 5 a quintale, concedono alle maestranze, che accettano, un aumento del 10% sul prezzo base pagato sin oggi.


«Tale aumento unito ai precedenti aumenti dell'8 e del 6 per centosommano un totale del 24% sul prezzo base.

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