domenica 24 settembre 2017

Non trascorrono molte ore e il cronista nisseno cerca di completare i riferimenti al Giornale di Sicilia dei fatti di Riesi occorsi alle ore 11 del giorno precedente: è il 9 ottobre del 1919.

Faticando molto, siamo riusciti a trascrivere il fotogramma  del microfilm del giornale siciliano. 

Vorremmo che foste voi, senza intermediazione alcuna, a trarre il succo da una siffatta concisa ma lucida corrispondenza.

Noi ci siamo molto soffermati sul particolare che artefici del bene e  del male di quel giorno furono i Carabinieri, coadiuvati da un nucleo sparuto di inesperti soldati. Emerge charissimamente che ad iniziare a sparare contro la folla furono loro: i carabinieri. Stranissimo in cronache successive, in rievocazioni paesane, nel veemente attacco del Li Causi, nelle celebrazioni di Riesi dei primi
 anni 2000, negli studi seri del Casarrubea, in quelli pasticciati della Cernigoi, nelle esaltazioni cinematografiche, nelle lugubri messe in scena del Lucarelli televisivo in tante corrispondenzedi 
aspiranti giornalisti, questo particolare viene del tutto premesso. Nessuno infatti può pensare che un giovane commissario si possa permettere di dare ordini alla benemerita arma di aprire il fuoco contro una inerme folla sia pure tumultuante. Non è elemento questo da rendere incredibile che ad essere responsabile di quell'esecrabile eccidio fosse il giovanissimo ed imberbe commissario Ettore Messana? Come dire Ettore Messana non c'entrò. Solenne infamia quella di volerlo a tutti i costi calunniarlo. 

Non è giunto il momento di fare ammenda di tutta la diffamazione a mezzo stampa, blog, cinematografo e lugubri aggettivazioni del Lucarelli (sarà un caso, quella trasmissione del 2005 non ci sta più in You Tube o aggeggi analoghi)?

La famiglia Messana ha subìto, sta ancora subendo, danni, disagi, colpevolizzazioni, denigrazioni per una così concertata e martellata diffamazione. Nessuno deve pagare? manco il periferico  e pur edotto dei fatti, il giornaletto racalmutese di Sciascia MALGRADO TUTTO?.

Per aggiunta  e suggello, ecco che veniamo a sapere che le mitragliatrici vengono dopo, ad eccidio consumato: nessun ordine poté dare al sottotenentino Di Caro il nostro gr. uff. comm. dell'ordine dei 
santi Maurizio e Lazzaro, ispettore generale di P.S., dottore Ettore Messana.

Carta canta!!!

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Caltanissetta 9, giorno

I fatti i Riesi in quanto su essi siano sulle prime notizie alquanto esagerate pure rivestono una gravità non comune.

Ve ne mando i particolari nel modo più succinto.

Riesi è stato sempre uno dei centro di questa provincia che ha dato non poche volte da dire alle autorità politiche e di pubblica sicurezza dando sovente campo a noi cronisti di intrattenerci delle condizioni poco tranquille della pubblica sicurezza: difatti reati audacemente rari nella storia criminale sono colà avvenuti e non è la prima volta che dimostrazioni ed agitazioni sono degenerate in conflitto.

Le agitazioni minerarie poi hanno sempre trovato modo di allignare e di prosperare anche perché la politica di Riesi deve far capolino in tutto.  

Tra i maggiorenti anche il disaccordo è regnato sovrano per quanto il deputato del collegio, on. Pasqualino, abbia sempre messo in opera tutti i mezzi perché il pubblico interesse negli uomini pubblici fosse sempre l’ideale da raggiungere.

Parecchi anni fa tal Giuseppe Butera, una specie di mattoide, messosi a capo di alquanti incoscienti provocò ei moti gravissimi e si arrivò persino alla proclamazione della repubblica Riesina!

Poi venne la guerra e gli odii restarono sopiti mentre Riesi dava un contingente altissimo alla diserzione dando i Tofalo, i Carlino e compagnia bella; bisogna però riconoscere che la maggioranza di quella cittadina è composta di gente per bene, ma intanto basta qualche centinaio di illusi e di sconsigliati perché un intero centro resti in convulsione.

Da qualche settimana a Riesi dunque spirava vento di fronda, e ciò nonostante per volere di chi sta in alto tutta la forza disponibile della Provincia di Caltanissetta e el capoluogo era stata distaccata a Roma – a quanto se ne dice – perché l’ordine pubblico della capitale così esigeva.

Di modo che i tumulti di ieri hanno trovata la cittadina sguarnita di forza in modo quasi assoluto giacche la forza non si improvvisa specie quando niente affatto tranquilla era la situazione a Caltanissetta, a Terranova, a Castrogiovanni e in molti altri paesi dove l’agitazione agraria è assai intensa e gravida di pericoli.

Anzi su proposta del Prefetto pochi giorni fa il Ministero ha mandato qui il comm. Lonardone ispettore generale del Ministero della Agricoltura per la composizione delle vertenze agrarie in Provincia.

Intanto così l’on. Pasqualino come l’on. Colaianni e l’on. Lo Piano non avevano taciuto assieme al Prefetto la situazione della Provincia, che ha finalmente bisogno dopo tanti anni di incuria e di indifferenza oggi provvida cura giacché le nostre popolazioni sono assetate di giustizia e di equità.

Fatto sta che nelle scorse settimane la situazione a Riesi parve – lo era effettivamente – peggiorata, avvennero degli incidenti gravi la cui trasmissione non ci fu permessa e si procedette all’arresto del Giuseppe Butera e di altri capoccia del socialismo cosi detto ufficiale.

Come vi dissi, la politica ha fatto il resto di tal che si è andata rapidamente in questi ultimi giorni creata a Riesi una posizione veramente eccezionale e da destare l’allarme nella cittadinanza e da preoccupare le autorità.

L’on. Pasqualino proprio oggi doveva recarsi a Riesi dove egli è tanto benvoluto e stimato, appunto per mettere in opera il suo ascendente presso quella popolazione onde indurla alla quiete ed alla tranquillità.

Ma aveva preferito fare prima una corsa a Castrogiovanni per abbracciarsi con l’on. Colaianni che intanto no lascia mezzi intentati per comporre le vertenze  di indole economica nei paesi del suo collegio.

Dimenticavo dirvi che a Riesi da tempo per dimissioni di parecchi dei suoi membri quel Consiglio Comunale è stato sciolto e l‘amministrazione della cosa pubblica è deposta nelle mani di un R. Commissario, il cav. Scicolone, coadiuvato dal signor Grasso.

Si è cercato di togliere ogni pretesto a quelle masse illuse e fuorviate e financo l’approvvigionamento   del grano è proceduto in modo assolutamente eccezionale, un vero e proprio trattamento di favore.

Ma il pretesto è stato trovato lo stesso e ieri di giorno verso le 11 si iniziarono le prime dimostrazioni che assunsero ben presto il carattere di una violenta ribellione.

La pazienza dei pochi carabinieri fu messa a dura prova; qualche soldato fu sputato e preso a sassate e quando fu tentato di disarmarli e quando di certo avrebbero avuto la peggio fecero fuoco e caddero mezza dozzina e forse più di morti.

Grida e lamenti dimostrarono che c’erano anche dei feriti e non pochi.

La esasperazione della folla inviperita e delle donne raggiunse presto il colmo e la forza impotente dovette ritirarsi lasciando la cittadinanza in balia de rivoltosi.  

Sono partiti da qui camions con mitragliatrici e forza in gran numero e si conta di sapere la vera ragione o meglio la causa occasionale della rivolta sanguinosa.

 

Domani e forse oggi stesso l’on. Pasqualino sarà sul posto per spiegare tutta la sua opera autorevole per il ritorno alla tranquillità.

Intanto l’autorità giudiziaria ha aperto una inchiesta per accertare le singole responsabilità;  parecchi arresti sono stati già operati e pare che moltissimi altre ne seguiranno.

Appena noti i nomi dei morti e dei feriti ve ne informerò e vi invierò altri particolari 0ve sarà il caso.

Si sa che i rivoltosi furono poche centinaia di contadini che sono rimasti padroni ella città; tutte le comunicazioni, anche quelle telegrafiche, sono interrotte; da Palermo sono stati inviati considerevoli rinforzi

La impressione per i fatti avvenuti è delle più dolorose e si spera che l’ordine e la cala possano presto tornare.


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