martedì 24 ottobre 2017

Invasioni barbariche. Il Cicolano sotto la dominazione dei Longobardi e dei Franchi. Massa Cicolana e suo Castaldato. ono ben note, e perciò non è mestieri che io riferisca tutte le luttuose sventure che afflissero la nostra bella ed infelice Italia nella decadenza dell’Impero romano per le continue scorrerie delle orde barbariche condotte da Alarico, Attila ed Odoacre, ed in seguito per quelle dei Borgognoni, degli Eruli e dei Goti. Solo accennerò che durante la dominazione di quest’ultimi, ebbe essa a godere una relativa pace, perché Teodorico, che ne assunse il governo, la resse non come principe straniero, ma come un imperator romano, avendo egli ritenuto che le medesime leggi, i medesimi magistrati, la stessa politica e la stessa distribuzione delle provincie che già vi esistevano. S Ma anche quella pace non fu goduta per lungo tempo, perché i Goti stessi, dopo avervi esercitato un dominio per 64 anni, vennero espulsi da altre orde più barbare e più feroci, da quelle cioè dei Longobardi, che, oltre a riempirla di stragi e di devastazioni, portarono sulle rovine dell’impero romano un nuovo regno, un nuovo popolo, nuove leggi e perfino un nuovo linguaggio. Condotti da Alboino, loro re, (an. 568) irruppero, quale impetuoso torrente, sull’Italia dal Norico e dalla Pannonia, e non incontrata resistenza alcuna dal popolo italiano, già decimato dalle pestilenze e carestie, ed affievolito per le tante disgrazie sofferte ne’ tempi anteriori, s’impossessarono del Friuli; nell’anno seguente si inoltrarono, per la Venezia, nell’Emilia e nell’Umbria, e tralasciando Padova, Monselice e Mantova, perché ben presidiate, occuparono tutte le altre città di que’ contorni, e spintisi fino a Milano, anche di questa s’impadronirono, ed Alboino dal settembre di quell’anno cominciò a dirsi re d’Italia. Pavia sola resistette per tre anni, ma, stretta di fortissimo assedio, alla fine si arrese (an.572). Né per tale assedio Alboino rallentò punto le sue conquiste, perché lasciate quivi le milizie bastevoli a tenerla ben custodita, con tutte le altre si inoltrò ad invadere l’Emilia, la Toscana e l’Umbria; e come nelle altre regioni, così anche in questa istituì un Ducato, e creata metropoli Spoleto, vi nominò, per prim

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