venerdì 27 maggio 2016


seppelliscano i morti. Solo che non mi va quando a Racalmuto si mitizzano manigoldi o ignavi e magari si criminalizzano per le tre grandi calunnie del comunista Li Causi grandi e meritevoli figli come il "questore" ETTORE MESSANA


Ma almeno potresti parlare delle stragi perpetrati dai bersaglieri a Racalmuto perché non devono essere ricordati tutti quei bambini e donne massacrati sol perché i loro mariti e padri erano renitenti alla leva

Il nostro risorgimento deve essere riscritto

Almeno potresti dire quante persone mancano all'appello dal 1860 al 1870

La verità è sempre rivoluzionaria

ma sei sicuro che le cose siano andate così. A me non risulta. Risulta invece una grande malandrinata dei "galantuomini" del Circolo Unione che hanno spinto i figli dei loro "mitateri" e darsi alla macchia per non fare una leva lunga cinque anni, il che significava danni per i raccolti delle terre da lor signori rapinate a Santa Romana Chiesa. Le cazzate scritte anche da Sciascia le lascio a Sciascia o magari al grafomane iellatore cognominato Messana. .



Perché usi questi termini se fossero vissuti ai giorni nostri e con i mezzi informatici di cui tu ora sei dotato tu sicuramente non avresti niente da raccontare mi ricordo che Genio andava a Palermo a Catania e in altri posti con la sua seicento e non aveva L' archivio microfilmato e scriveva con un dito nella sua Olivetti


Almeno apprezza il sacrifico che ha fatto e non ti ergere come il depositario delle verità assolute sulla storia di Racalmuto . Io ho notato che chiunque scrive su Racalmuto subito arrivano le tue critiche . Perché lo fai ? Magari potresti dare dei suggerimenti , ma tu subito invece inveisci e li deridi


perché ignoranao le mie ricerche e si abbandonano alle loro cervellotiche congetture che per di più sanno essere  false. La verità è sempre rivoluzionaria quando però non è reazionaria. Eri con me al caffè Taibi quando l'invecchiato onorevole Federico Martorana si mise a deridere l'on. Bufalini per le sue propensioni alcoliste. Ma appena mi sono permesso di divulgare l'assunto fridericiano ecco che l'on.le mi disdegna dandomi del "piccolo borgesuccio" in vena di stupidi pettegolezzi. Del resto anche tu ora da virgulto dei celeberrimi galantuomini del Circolo Unione mi stai tacciando di chissà quali mie sicumere riecheggiando colpi di spillo che afferma essere io uno che sta tutto il dì a ridicolizzarsi con l'aforisma LA STORIA SONO IO. L'hoo scritto e lo ripete: non sono storico, non sono scrittore, non sono poeta, non sono nulla. Sono stato solo un buon ispettore della Vigilanza Bancaria della Banca d'Italia (quando la Banca d'Italia era organo egemone giuspubblicistico). E insomma se nacque il caso Sindona me lo ascrivo non so se a merito e a mio demerito (cfr. Lottacontinua dell'ultimo trimestre del 1979 e SOLDI TRUCCATI). Da ispettore non me ne fregava niente della VERITA' mi interessava la FALSITA' e ci riuscivo a beccarla. Stanne certo che se ad ispezionare la tua ex banca popolare ci andavo io a Racalmuto nessuno sportello a fitto esoso e nessuna assunzione malandrina ci sarebbero stati. Fiorani (mi pare che si chiamasse così) finiva peggio di Sindona. Sì è vero quello che dici su Genio. Ma Genio accanto ad uno scisto di verità quante cazzate poi condisce a fini elettorali? Ti porto un esempio che mi sta ora a cuore a motivo di una rissa feroce con un poeta locale vestitosi da storico locale. Il Messana ebbe a consultare il Di Giovanni secentesco. E scoprì la vera storia della faccenda di Castronovo. La copiò fedelmente e la pubblicò a fine anni Sessanta, credo. Poi fece finta di niente e da un lato fa venire la Madonna da Trapani (Di Trapani affaccià Maria di Gesu ....) ma poi lascia la versione Catalanotto (come ho scoperto) e si adagia su quella liscia e conveniente di Caruselli. Ma io mi guardo bene dal non dire bravo a Genio che scovò il Di Giovanni quando non aveva la lussuosa pubblicazione di cui ora invece dispongo. Ma al contempo mazzolo i furbetti dell'ultima ora che inventandosi magari improbabili nomi meneghini debbono far diventare storia di Racalmuto una frottola oltretutto irreligiosa sol perché conviene per fini letterari o pittorici. Lo Sciascia s'inventò (come e perché non so) che Bixio venne con bersaglieri a cavallo a Racalmuto. Fece legare i cavalli a San Giuseppe prese una diecina di passanti e li fucilò a San Francesco. (Scrivo a memoria e quindi mi permeto qualche svolazzo ironico). Niente di tutto questo. Ma Renda sull'autorità sciasciana ne fa un domma storico nei suoi preziosissimi volumi della Storia di Sicilia. Orazio (brevis atque obesus come me) diceva che era uno che  castigat ridendo mores. Qualche vezzo dadaista me lo permetto anch'io. Non contrabbando verità, solo sbugiardo gli immaginifici pseudostorici racalmutesi. Credo di potermelo permettere. (debbo interrompere, ma riprenderò il discorso) Calogero Taverna




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