lunedì 23 maggio 2016


OVVIO: sono in  totale dissenso.

.- Il  premio deve albergare nella FONDAZIONE SCIASCIA di RACALMUTO:
- I colpevoli? Tano Savatteri e il giornalista Sardo irriguardosi verso Sciascia consegnando il premio all' Empedoclino ergastolano ostativo senza remore a dichiararsi non pentito.
- Chiunque dovesse andare a presiedere un siffatta dileggio di anime e cose infangate da Racalmare, sarebbe da dannare alla gogna perpetua-


Calogero Taverna
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Grotte. E’ arrivato il momento di dire addio al premio Racalmare Sciascia?

di Egidio Terrana | 23 maggio 2016






PREMI & POLEMICHE. Il Comune di Grotte non riesce a trovare un presidente. E’ giunto il momento di scrivere la parola fine sul premio Racalmare-Sciascia? Sono passati due anni dall’ultima edizione, ma la città, i giurati e il consiglio comunale (vero proprietario del premio) non dicono una parola. Forse non interessa a nessuno? Allora meglio chiuderlo per sempre.

Sembrò un’esagerazione quando Gaetano Savatteri, al momento di dimettersi dalla presidenza del premio Sciascia-Racalmare, parlò di omicidio. Ricordate il titolo di questo giornale? Omicidio a Grotte, ucciso il premio Sciascia-Racalmare. Chi è il colpevole?

Poteva sembrare un’esagerazione, in effetti, dettata dal momento e dalla polemica aspra. Ma a due anni di distanza dall’ultima edizione del premio (era l’agosto 2014), segnata dalla vittoria del libro Malerba scritto da Carmelo Sardo con Giuseppe Grassonelli, accompagnata da un dibattito internazionale sull’opportunità che un ergastolano partecipasse a un premio letterario dedicato a Leonardo Sciascia, non si hanno più tracce né notizie del premio. Altro che omicidio, qui siamo di fronte a un mistero.

Racalmare-Sciascia, il pubblico dell'edizione 2014
Racalmare-Sciascia, il pubblico dell’edizione 2014

Le poche notizie che trapelano raccontano che il Comune di Grotte non riesce a convincere un intellettuale, uno scrittore o un artista ad assumere l’incarico di presidente onorario che era stato in passato di Leonardo Sciascia, della sua vedova Maria Andronico, di Gesualdo Bufalino, di Vincenzo Consolo e, infine, di Gaetano Savatteri.

Pochi giorni fa, su questo giornale abbiamo dato notizia che la scrittrice Egle Palazzolo ha rifiutato l’offerta, come già in passato avevano declinato l’invito Pietrangelo Buttafuoco, Matteo Collura e Sabina Guzzanti. E probabilmente anche altri, che non sappiamo, hanno detto di no. Eppure di fronte a questi rifiuti, di fronte al fatto che il premio Sciascia-Racalmare al momento è morto (omicidio o no, poco importa), colpisce il silenzio della città di Grotte che per oltre trent’anni ha organizzato il premio dopo averlo fondato, premio che porta anche il nome di Grotte.

Premio Sciascia-Racalmare 2014, lo scrutinio dei voti
Premio Sciascia-Racalmare 2014, lo scrutinio dei voti

Tranne alcuni isolati interventi – come quelli di Giovanni Volpe e Salvatore Bellavia – la città tace, forse indifferente o presa da altri problemi. Tacciono i giurati rimasti a far parte della giuria dopo le dimissioni di Gaetano Savatteri, seguite da quelle di Mimmo Butera e Giancarlo Macaluso. Parliamo, tanto per fare i nomi, di Nino Agnello, Daniela Spalanca, Giovanna Zaffuto, Dina Cutaia, Linda Criminisi.

Cosa fanno i componenti di una giuria ormai da due anni senza presidente onorario? Da loro, che negli ultimi anni avevano avuto il ruolo di selezionare i libri delle terne finaliste, ci saremmo aspettati una presa di posizione, oppure un segno di discontinuità, o almeno un gesto di passione e di attaccamento a questo premio: proponendo nomi e soluzioni per farlo vivere. Invece: silenzio.

Cosa fanno i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione? Anche loro, restano in silenzio. Tutto tace nella città di Grotte. Tacciono i componenti del Consiglio che, ricordiamolo, sono coloro che potrebbero decidere sul futuro del premio, che fu deliberato e deciso con un atto del Consiglio comunale. Nulla dicono, nulla fanno. Il premio Racalmare-Sciascia è morto, ma i consiglieri non se ne curano. Come se non fosse fatto di loro competenza.

Cosa fa l’assessore alla Cultura del Comune di Grotte Giusy Cimino? Nominata da pochi mesi, era verosimile un suo impegno per riattivare e rianimare il premio Sciascia-Racalmare. E invece: silenzio. Cosa fa il sindaco Paolino Fantauzzo, dopo essersi impegnato per non far morire il premio? Questo lo sappiamo: si dibatte cercando un nuovo presidente che non riesce a trovare. Ma almeno, vivaddio, qualcosa tenta di farla, quantomeno per non passare alla storia come il sindaco che ha spento i riflettori su un premio prestigioso con trent’anni di tradizione.

Forse una soluzione va trovata, tutti insieme. Va trovata se pensiamo (e noi lo pensiamo) che questo premio, al di là del presidente incaricato, debba continuare a vivere. Se invece siamo i soli a pensarlo, se invece la città di Grotte, i suoi cittadini più avvertiti, le sue istituzioni restano in silenzio, allora meglio scrivere la parola fine sul premio Racalmare-Sciascia e decretarne una volta per tutte la sua scomparsa.



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