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ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA, capo della polizia siciliana
Parte seconda
ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA
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Parte seconda
ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA
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Nacque dunque nel 1884 in questo lembo di terra che ha nome Racalmuto; piccolo lembo di paradiso per Gesualdo Bufalino. e tale di certo lo è nella landa sciasciana della Noce e nei declivi dei suoi dintorni, ma non direi a Nord-Ovest. Qui, ove deflussi torrenziali d'acqua invernale e secche sterpaglie d'estate, hanno forgiato aspra e disperata terra. Già i romani la disboscarono per fare legname per la loro flotta conquistatrice e terreni frugiferi per sfamare le loro orde di clientes sfaccendati. Cicerone, nelle Verrine:
(LA) « [Sicilia] prima docuit maiores nostros quam praeclarum esset exteris gentibus imperare […] »
(IT) « [La Sicilia] fu la prima a dimostrare ai nostri antenati quale nobile compito fosse dominare su popoli stranieri.
Poi calcheroni primitivi e quindi forni GILL fumigarono zolfo inaridendo del tutto quei paurosi spioventi argillosi.
E qui dai primi dell' Ottocento la famiglia del questore Messana trasse lucri e spinte nobiliari. Il loro antenato, di recente emigrazione, mastro Luigi MISSANA la scalata sociale l'aveva potuta consolidare con dilatazioni della tassa sul macinato, di cui fu a lungo esattore.
La famiglia Messana allargatasi nell'Ottocento cominciò, però, a avere colpi negativi quanto a sostanze patrimoniali: troppi figli mise al mondo il farmacista don Luigi Messana. Spartire un patrimonio anche consistente porta a riflussi se non di immiserimento di certo ad angosce economiche che si pensavano avere del tutto fugate.
Da un ramo, non molto felice, ecco il padre di Ettore Giuseppe Tancredi Messana, don Clemente i cui due fratelli, don Adriano e don Emilio non furono di sicuro più abili di don Clemente quanto a faccende economiche.
I tre fratelli procrearono comunque tre grossi personaggi racalmutesi: don Luigino Messana, il don Ferdinando Trupia di Leonardo Sciascia, personaggio estroso a forti tinte di cui tanti ricordiamo fatti spavaldi e gioiose avventure; donna Elettra Messana, bella colta e fascistissima, una sorta di Elettra euripidea, ritrosa a sposarsi per l'onta subita dalla madre che ebbe a fuggirsene con il suo promesso sposo, e il nostro grande personaggio, colui che seppe dare rigore e plausibilità all'etica sociale e all'ordine di una Italia barcollante tra l'ignominiosa vittoria del 1918 e il consolidarsi democristiano con l'arcigno De Gasperi. Parlo ovviamente del gra.uff. comm. di San Maurizio e San Lazzaro, il dottore ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA.
Altro...(LA) « [Sicilia] prima docuit maiores nostros quam praeclarum esset exteris gentibus imperare […] »
(IT) « [La Sicilia] fu la prima a dimostrare ai nostri antenati quale nobile compito fosse dominare su popoli stranieri.
Poi calcheroni primitivi e quindi forni GILL fumigarono zolfo inaridendo del tutto quei paurosi spioventi argillosi.
E qui dai primi dell' Ottocento la famiglia del questore Messana trasse lucri e spinte nobiliari. Il loro antenato, di recente emigrazione, mastro Luigi MISSANA la scalata sociale l'aveva potuta consolidare con dilatazioni della tassa sul macinato, di cui fu a lungo esattore.
La famiglia Messana allargatasi nell'Ottocento cominciò, però, a avere colpi negativi quanto a sostanze patrimoniali: troppi figli mise al mondo il farmacista don Luigi Messana. Spartire un patrimonio anche consistente porta a riflussi se non di immiserimento di certo ad angosce economiche che si pensavano avere del tutto fugate.
Da un ramo, non molto felice, ecco il padre di Ettore Giuseppe Tancredi Messana, don Clemente i cui due fratelli, don Adriano e don Emilio non furono di sicuro più abili di don Clemente quanto a faccende economiche.
I tre fratelli procrearono comunque tre grossi personaggi racalmutesi: don Luigino Messana, il don Ferdinando Trupia di Leonardo Sciascia, personaggio estroso a forti tinte di cui tanti ricordiamo fatti spavaldi e gioiose avventure; donna Elettra Messana, bella colta e fascistissima, una sorta di Elettra euripidea, ritrosa a sposarsi per l'onta subita dalla madre che ebbe a fuggirsene con il suo promesso sposo, e il nostro grande personaggio, colui che seppe dare rigore e plausibilità all'etica sociale e all'ordine di una Italia barcollante tra l'ignominiosa vittoria del 1918 e il consolidarsi democristiano con l'arcigno De Gasperi. Parlo ovviamente del gra.uff. comm. di San Maurizio e San Lazzaro, il dottore ETTORE GIUSEPPE TANCREDI MESSANA.
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