mercoledì 8 giugno 2016

La voce del censore


LA  VOCE  DEL  CENSORE




Francamente mi reputo molto censore (ne ho tratto benefici e qualche onore) ma per nulla marchettaro e sfido io se ne avevo occasioni persino milionarie. Non valuto questo mondo né melma né firmamento, ma solo apriche lande con fiori spontanei ed eroi e marinai e cosmonauti e uomini di scienza ed anche belle scrittrici dal dire maliardo. E il dire maliardo mi avvince ma se mero estetismo non mi convince, mi spinge a virulenti ripulse. Pecco di infingarda mania?



Significante, significato l'arte del porgere l'arte del leggere. Parlare ascoltare capire. Mostrare dimostrare. Porgere ricevere donare accogliere comprendere prendere-con. Grande questione quello dello scrivere quello del dipingere quello del far musica quello dell'ascoltar musica. Questi animali bipedi che siamo noi esseri umani abbiamo il dono della comunicazione spirituale ma abbiamo anche la malvagità espressiva violenta intimidatrice perversa e soprattutto tediante.
Se qui sproloquio per venti trenta righe il mio prossimo forse mi perdona ma se ho la pretesa di spingere il mio lettore alla noia con i miei puzzle  verbali e verbosi per centinaia di fogli commetto un crimine: non annoiare il prossimo tuo come spesso fai con te stesso. La mia fuga dalla noia, dal depresso vivere, dell'insulso esistere rimanga rappreso in  me.  Non sono legittimato al coinvolgimento altrui. Non amare né odiare il prossimo tuo come ordisci e ardisci con te stesso: rispettalo soltanto (se vuoi essere rispettato). Calogero Taverna


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