IL VERIDICO STEMMA DI RACALMUTO
A quando risale? penso attorno all'11 giugno del 1647, (come documentabile al n. 61 nel 'liber in quo adonata ... ' della Matrice o meglio che si trovava i Matrice e che mi è stato detto dal novello arciprete non più esistente).
L'avrebbe disegnato niente meno Pietro D'Asaro.
Così asserisce il noto catalogo in qualche modo avvalorato da Leonardo Sciascia che a me pare distaccarsene allorché chiuse la sua presentazione con queste enigamtiche parole: "mistero anche questo, in definitiva: da affidare ad un'oculista (sic!), prima che a un critico d'arte".
Minuscolo sta nel quadro affumicato dalle tante candele accese dai nostri rimpianti sodali della Mastranza. Intendo il quadro dell'Itria che non so quanto fondatamente denominano "Madonna dell'Itria' (v. pag. 6 del catalogo de quo).
La chiesa dell'Itria fu costruita per volontà del figlio illegittimo (ma poi legittimato) dei del Carretto Don Vincenzo Del Carretto che per un certo periodo fu anche arciprete di Racalmuto ma con chiesa a San Giuliano. Operava però l'altro parroco con sede in Matrice don Paolino D'Asaro fratello del pittore.
Don Vincenzo del Carretto la volle quale sua tomba e la dotò. Che vi sia sepolto abbiano dei dubbi. Nel citato LIBER appare al n. 20 quale ARCIPRETE ma non se ne segna la data di morte,
Neghiamo che il committente possa essere stato un inesistente Giovanni V come vorrebbero i sapienti del catalogo. Forse Giovanni IV quello giustiziato a Palermo nel 1650. Ma dovette essere l'esecutore testamentario che era poi la principessa Ventimiglia vedova di Girolamo del Carretto quello occisus a servo secondo i cartigli che si custodivano nella tomba grifagna del Carmine ben descritta da Sciascia.
Lo stemma ha corona comitale. Le bande gialle dovrebbero segnare le migliaia di anime della Racalmuto di quel tempo. Le bande rosse riguardavano la simbologia nobiliare della Sicilia del feudalesimo secentesco.
In ultima analisi lo stemma avvolge tutta Racalmuto e non è prerogativa carrettesca di tutt'altra
fattura, come invece intendono sostenere glia autori del catalogo.
Da aggiungere: i due colori dello stemma secentesco sono il giallo e il rosso, identici all'attuale vessillo racalmutese.
[Calogero Taverna]
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