domenica 12 marzo 2017

 

Mio carissimo e stimato AMICO GIANNI PETTENATI con delicatezza stima ed una punta di disaopunto non riesco a seguirti in questa tua china tetra e ricolma di leopardiana disperazione. Non penso di essere un annuente conservatore; credo di non esserlo mai stato, sia con le idee sia con i fatti. Ma amo la verità libera da tutii gli astuti accerchiamenti di quella che Bobbio chiamava l'arte del consenso estorto, intendo nel campo politico. Non so perché (o lo so troppo bene) al POTERE sta piacendo alimentare codesta palude sfascista, persino socialista, apparentemente anarchica. Sta maturando una palingenesi epocale da nuovo millennio. E' bene quindi che si seppellisca un mondo antico, paternalista, involutivamente libertario. Se tu pensi che la tua nobile colta sofferta rinuncia a tutti gli abbbagli dell'attuale gestione italiaca alla Gentiloni è poi pastura di una rivoluzione burletta simboleggiata dal comico Grillo! A te anima sensibile intrisa di musicalità confido. Ieri sabato pomeriggio sono stato ai bacherozzi di Piano come dire all'Auditorium della Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Mia moglie ed io ci siamo estasiati al concerto Chung - Lucchesini tutto Beethoveano: dalla Leonore Ouverture n. 2 in do maggiore op. 72a alla Fantasia in do minore per pinoforte, coro e orchestra op. 80 per oltre mezz'ora e poi immergerci nella 'Eroica' tutta ripensata moderata modellata dall'arcigno ed esotico maestra Myung-Wun Chung. Auditorium ESAURITO. Altro che crisi, altro che banalizazazione. Certo assenti i govani e i giovanissimi. Avranno tempo per maturare. Ma c'eravamo quei giovani e giovanissimi che ballavamo al delizioso ritmo della tua indimenticabile Bandiera Gialla. I capelli non c'erano più, le belle forme delle fanciulle dei tuoi canori balli si erano dissolte, tanti con il bastone non facendocelo ad eserre arzilli sulle gambe che un tempo saltellavano in frenetici balli. Ma c'era l'Italia colta, sapiente, pensosa, immarciscibile, creativa; c'era l'Italia vera, né comica e neppure intristita e rattristata. C'era il genio Italico capace in ogni tempo di risorgere e di migliorare di cantare ballare con muisica innovativa ma ricca di grande memoria musicale. L'Italia non retriva che apre a tutte le voci novelle e cosmiche, che asserva la globalità e non si lascia sclerotizzare. L'Italia che chiama a raccolta nei Bacherozzi di Lorenzio Piano il teutonono Beethoven e il coreano maestro Chung, l'avvenente PiANISTA ANDREA LUCCHESINI e il riservato maestro romano Visco, una variopinta accolta di orchestrali che si rinnovano e anche ringiovaniscono promiscuamente, sempre più bravi, più disciplinati, più sensibili, a parte qualche adipe sovrabbondante di qualche simpatico suonatore di alto contrabasso. E nella cavea migliaia di seriosi italici ivi compreso chi come me viene dalla periferica Racalmuto ove nacque tra efflusivi di zolfo e di sale e si nutrì di sugo all'estratto di pomodoro un poco appesantito dal caciummo.



Scusami Gianni non riesco a seguirti nel tuo pessimismo. Sono dannato all'ottimismo. Calogero Taverna
 


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