sabato 31 marzo 2018

 Quel che ... Sciascia si è perso ...

[libero spunto da Gli Amici della Noce di Franco Sciardelli Milano agosto 1997, pagg. 35 e ss.]

"La Chiesa, dunque,  che tanto ha faticato per costruire una leggenda, ora la demolisce [Malgrado Tutto e gli inossidabili Nocini di Sciascia, Cavallaro e Picone] si sono fatti apostoli della verità storica, hanno sottoposta la leggenda a serrata critica [nessun dubbio, la Beddra matri di lu munti Racarmutu l'arrubbà a Grutti, parola dello storico settecentesco  Francesco Vinci nel 1760].  E c'è da fare una considerazione: che questo nuovo corso delle cose, per Malgrado Tutto di Cavallaro e Picone la chiesa per volere del sindaco Messana (il quale a tutti i costi ci vuole inciuciare a noi di Racalmuto con li vascì di li  Grutti, fa scendere dagli altari santi che vi aveva posato  e demolisce leggende che con accurata giustapposizione, lentamente per secoli aveva  creato; questo nuovo corso Volatire [pardon Sciascia] se lo è perso. Chissà  quanto ne sarebbe stato contento, che diverentissime e divertenti pagine avrebbe scritto......."

Chiosiamo noi, ma come mai hanno potuto inventarsi castronerie del genere? La nostra 'imago miracolosissima' nient'altro che una Beddra Matri gruttisa? 

Francesco Vinci non fu per nulla uno storico ad onta dei soliti don Serafino Messana e il pacioso Eugenio Napoleone Messana. che invero alle pagg. 90 e ss. si dilunga sulla venuta della Madonna del Monte secondo siffatto Francesco Vinci ma non mi pare che accenni a Grotte;  il Vinci fu rinchiuso adolescente in seminario, ne usci presto e fu mediocre galantuomo racalmutese. 

Propagandò solo una prima versione della nostra benemerita saga della Beddra matri di lu Munti per i versi in volgare eloquio siculo del padre agostiniano centuripino don Emmanuello Catalanotto, amico e protetto dalla nobile usurpatrice della contea carrettesca di Racalmuto, la  Duchessa BUGLIO in Gaetani.

Mio fratello Angelo Taverna ebbe la ventura di trovare una ventina di anni fa quelle coroncine del successore di frate Evodio niente meno che nella soffitta della casa che fu del canonico Mantione. 

E là di venute miracolose e di Statue grottesche non v'è cenno alcuno.

Noi l'abbiamo detto e scritto in tutte le salse ma come storici simo sfortunati in quel di Racalmuto peggio di quello che sono in politica. Pazienza. 

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 il monaco Catalanotto e inizia la deformazione della saga della Madonna del Monte 

...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.



domenica 29 dicembre 2013


Saga veridica della Venuta della Madonna del Monte di Racalmuto


...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
Chiese a confronto


La chiesa di San Giuliano è molto più antica.

Il convento degli agostiniani centuripini sorse molto povero e per pochissimi frati dediti alla penitenza e alle elemosine. Diversa l'opulenza raggiunta nel '700, ai tempi in cui il P. F. Emanuello Maria Catalanotto "agostiniano della Congregazione di Sicilia" scrisse il primo raconto, in bei versi siciliani, della Venuta della Madonna del Monte". Lo scrisse per aggraziarsi la novella Duchessa BUGLIO in Gaetani e per manigolderie giuridiche eziandio Contessa di Racalmuto.





Si vede che il convento centuripino cambia nome e possidenze e così il monaco poeta può farsi pubblicare versi come questi:
"Va dunca fistiggianti, e cu allegria
 purtannu in manu la palma, e lu gighita
 cundiri ca sì fighia di Maria,
 e spusa cara di li beddu fighiu
 trema dunca l'Infernu in cumpagnia
 chi iu fra tantu a lu nomu m'appighu
 gridandu giubilanti cu armunia
 Viva La Matri du Lu Munti, e Fighiu. 



Non certo racalmutese il poeta ma quanto a giubilarlo con le parole dell'astioso padre Caruselli di Lucca Sicula (per il quale il suo originario ispiratore si sarebbe lasciato andare a "composizione malissimamente costrutta") ci sembra ardito e malevolo concetto.
Per il buon monaco Catalanotto la narrazione del portento della "imago miracolosissima" a dirla con un Vescovo agrigentino è meno grangrignolesca, quasi quasi credibile.
Così versifica:

"In chiddi tempi quannu succidiu
 di Racalmutu si truvau a passari
 certu divotu, dottu, santu e più
 chi in Castrunovu ci duvia purtari
 la bedda Matri di lu grandi Diu


 Chistu divotu s'era assai infiammatu
 di un certu Simulacru di Maria
 Beddu, chi sinn'era anchi innamuratu
 Lu nobili Conti di chista Cuntìa.
 Chistu Signuri lu vulia lasciatu
 dannu a lu Divotu quantu avia,
 ed avendu lu tuttu rifiutatu,
 la Statua purtari si vulia.

 Ma nenti lu mischinu potti fari;
 ristau scunsulato 'ntra la via
 Pirchì li Voi nun pottiru tirari
 lu beddu Simulacru di Maria,
 Signu evidenti, chi vulia ristari
 cu li Racalmutisi in cumpagnia/
Di fattu nun si vosi alluntanari
 da Racalmutu la Statua pia.

Videndu lu divotu stu stupuri,
 fici autri novi voi radduppiari
 affinchì cu gran forza, e cu viguri
la statua putissiru purtari;
 ma ristau lu mischinu cu duluri,
 chi mancu iddi lu pottiru tirari
 Chi permisi a la fini lu Signuri
 persi lu simulacru e li dinari.


Lillo Taverna ha aggiunto 2 nuove foto.
Adesso
Lillo Taverna
Adesso ·
Io e mia moglie siamo di due mondi diversi opposti civilmente contrapposti religiosamente confliggenti.
Io Sicano, lei Cicolana.
Oggi parlavamo della nostra età.
A Racalmuto per dire che ho 84 anni diciamo:
ca aiu quattru vintini e quattru coccia.
- Coccia? ..... che sono?
- Ma orsù via chicchi. Come coccia di racina per dire acini d'uva.
Lei mi irride, io di rincalzo: - e voi nella civilissima terra degli Equi di Ufente come dite?
Lei si smarrisce ... non ricorda. Una telefonata alla sorella Liliana e così m'inchino ad astruserie linguistiche che stranno a dimostrare che l'Italia si è fatta ma l'unità degli italiani tutta di là a venire.
Dunque per Liliana:
Uva = U a
Acino = Vagu:
Vari acini di un rametto = Cercella;
Grappolo = Ciaccheru;
Cicolani di tutto il mondo contestatemi!!!!
Calogero Taverna, Sicano di cinquemila anni da oggi.
Facciamo due conti, il 32% del 72%, se non erro, fa 23% il che significa che 2,3 italiani ogni 10 hanno votato per i 5 stelle e, per giunta, in prevalenza al Sud.
Tutto bene, però questo risultato non consente, a parer mio, arroccamenti del tipo o io o nessuno, in una democrazia con questo risultato non si può pretendere di governare imponendo i propri diktat altrimenti si scade in atteggiamenti autoritari. Meditate gente....
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Lillo Taverna Lillo Taverna
Lillo Taverna Sta irrompendo una nuova dittatura? un nuovo fascismo? un nuovo uomo della provvidenza? Ha forse ragione i mio amico dottore Silvano? Corsa verso il cavalier Dimaio novello dittatore?
Gestire
Sandro Perillo Tutto sembra andare in questo senso. Dobbiamo difendere la democrazia anche per chi non ha la capacità di comprendere.
Gestire
Rispondi5 min
Lillo Taverna E purtroppo comincio a convincermi che è la quasi totalità di coloro che non più classe operaia e nemmeno piccola borghesia si stanno smarrendo in un moralismo ribelle con venature di sinistra da un lato, e di destra dall'altro. La cattiva predicazione e le campagne di odio e diffamazini stanno producendo danni quasi irreversibili
Facciamo due conti, il 32% del 72%, se non erro, fa 23% il che significa che 2,3 italiani ogni 10 hanno votato per i 5 stelle e, per giunta, in prevalenza al Sud.
Tutto bene, però questo risultato non consente, a parer mio, arroccamenti del tipo o io o nessuno, in una democrazia con questo risultato non si può pretendere di governare imponendo i propri diktat altrimenti si scade in atteggiamenti autoritari. Meditate gente....
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Lillo Taverna Sta irrompendo una nuova dittatura? un nuovo fascismo? un nuovo uomo della provvidenza? Ha forse ragione i mio amico dottore Silvano? Corsa verso il cavalier Dimaio novello dittatore?
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Sandro Perillo Tutto sembra andare in questo senso. Dobbiamo difendere la democrazia anche per chi non ha la capacità di comprendere.
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Lillo Taverna E purtroppo comincio a convincermi che è la quasi totalità di coloro che non più classe operaia e nemmeno piccola borghesia si stanno smarrendo in un moralismo ribelle con venature di sinistra da un lato, e di destra dall'altro. La cattiva predicazione e le campagne di odio e diffamazini stanno producendo danni quasi irreversibili

venerdì 30 marzo 2018

Gent.ma professoressa Rosa Casano del Puglia

Letto il Suo studio sullo stradario greco siculo. Formidabile. Scentifico.

Invero non si sa nulla sulla rete viaria delle zone interne dell'Agrigentino, quelle di Sud-Est. Diciamo la terra dei Sicani Tucididei.

Faccio ipotesi. Spero non cervellotiche congiunture Insediatisi e consolitatsi i Geloi in Akragas si misero a costruire quei magnifici templi. Con quali risose umane? Per me penetrarono nelle palufi intene e razziarono uomini bèni e cose.

Con quegli schiavi innalzarono ai loro dei i templi che ancor oggi resistono ad onta delle devastazioni di vescovi come il cinquecentesco presule spagnolo lì'Horotzco y Covarruvias (naturalmente ho fatto decennali ricerche in proposito).

Chi erano quegli schiavi predati nelle odierne lande di Canicattì, Naro Racalmuto? Ovvio i residui Sicani di Tucidide. Ma costoro quando erano penetrati in queste terre alla ricerca del salgemma e pare dello zolfo? I

Il Maugeri ai tempi della costruzione della rete ferroviaria trovò tombe e reperti e puté tracciare il percorso di questi strani popoli. Mi sono azzardato a descivere questi percorsi preistorici sicani.

Poi i Greci, quindi i Romani (guerre puniche) e poi Cicerone con i suoi itinerari contro Verre, e ancora Bisanzio e bizantini, per arrivare ai Musulmani e subito ai Normanni. Un geografo arabo-normanno l'Edrisi ci ha lasciato una pregevole e famosa ricognizione territriale. Un ingegnere del mio paese vi ha ricostruito sopra una fitta rete viaria basandosi sulla idea che è anche la Sua: 'ove trazzere ivi vecche strade'. Ha scritto un testo molto avvenente " Angelo Cutaia - L'Itinerario arabo-normanno - Sutera Agrigento nel libro di Al Idrisi - Il tracciato e gli abitanti".

Gentile professoressa Casano Del Puglia, la faccenda non la intressa? Non trova tentazioni per per ricerche e rettifiche?



Calogero Taverna